La paternità della medicina del lavoro
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La fotografia scattata lo scorso 31 dicembre 2020 dall’istituto degli Open Data conferma l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’andamento infortunistico nel nostro Paese.
Quasi un quarto del totale delle denunce e circa un terzo dei casi mortali sono dovuti al contagio da Covid-19 che l’Istituto inquadra, per l’aspetto assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro.
I Dati raccolti sono i seguenti:
- Gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel 2020 sono in calo del 13,6% rispetto all’anno precedente (554.340 contro i 641.638 del 2019). Più precisamente c’è stata una diminuzione del 2,8% nella gestione Industria e servizi (dai 501.496 casi del 2019 ai 487.369 del 2020), del 19,6% in Agricoltura (da 32.692 a 26.287) e del 62,1% nel conto Stato (da 107.450 a 40.684)
- I decessi in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata / ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, sono diminuiti di quasi un terzo, da 306 a 214 (-30,1%).
- I decessi avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati del 34,9% (da 783 del 2019 si è passati a 1.056 dello scorso 2020)
- Tra i settori economici della gestione Industria e servizi, quello della sanità e assistenza sociale si distingue per l’incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro, che in quasi i tre quarti dei casi hanno riguardato il contagio da Coronavirus. L’aumento è del +206% su base annua (dai circa 27.500 casi del 2019 agli oltre 84mila del 2020)
- Dall’analisi territoriale emerge, invece, un calo degli infortuni denunciati in tutte le aree del Paese. Questa flessione risulta, però, decisamente più contenuta nel Nord-Ovest (-4,1%) e più accentuata al Centro (-19,3%), nelle Isole (-18,8%), al Sud (-17,3%) e nel Nord-Est (-16,5%). La riduzione è legata solo alla componente maschile (-22,1%), mentre quella femminile presenta un +1,7%.